Pillole di sostenibilità

A Parigi, Casa Italia ha abbracciato il concetto di "Ensemble", un tema che riflette l'idea di collaborazione, fratellanza e unione. Ogni giorno, durante i Giochi Olimpici, verranno approfonditi i 17 obiettivi dell'Agenda 2030 delle Nazioni Unite.


11 AGOSTO: OBIETTIVO 1

Casa Italia a Parigi: Ensemble e l’Obiettivo 1 dell’Agenda 2030

Sconfiggere la povertà

Sconfiggere la povertà è il primo ed uno degli obiettivi più importanti dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, che mira a combattere ed eliminare la povertà in tutte le sue forme entro il 2030.
In che modo lo sport può contribuire alla realizzazione dell’Obiettivo?
Lo sport, con il suo potere aggregante, può essere uno strumento efficace per contribuire all’obiettivo odierno, garantendo e promuovendo – inoltre – inclusione e sviluppo personale. Ancora, può aiutare le persone a combattere l’emarginazione e a favorire l’integrazione e il senso di appartenenza ad una determinata comunità.
Nel mondo del lavoro sono sempre più richieste alcune competenze che possono svilupparsi ed essere migliorate proprio grazie allo sport, come la disciplina, la resilienza, la leadership e il lavoro di squadra, oltre ad accrescere il senso del dovere e della responsabilità.

Il mondo sportivo è ovviamente fatto anche di economia e di lavoro; difatti, il settore sportivo racchiude tipologie d’impiego a diversi livelli, capaci di offrire ampie opportunità di lavoro e reddito anche alle categorie sociali meno abbienti.
D’altronde, il lavoro che si genera attorno al settore sportivo è molto ampio ed esistono diverse attività dirette e indirette, come lavori legati all’organizzazione di eventi, al coaching, alla gestione di impianti sportivi; inoltre, gli atleti che riescono ad emergere possono migliorare in maniera significativa le loro condizioni economiche e quella delle loro famiglie.

Il CONI da sempre pone in essere attività sociali che aiutano a sconfiggere la povertà; con i Giochi Olimpici di Parigi 2024 sono due le attività che mirano a questo obiettivo.
In primis, il CONI ha rimodernato una vecchia struttura per creare il “Villaggio Italia”; un villaggio satellite per tutto il suo staff e per alcuni atleti che hanno necessità di essere più vicini alle venues di gara. La struttura in questione è l’Istituto Nazionale dei giovani ciechi di Parigi (INJA); la riqualificazione di una struttura come questa, rappresenta un intervento significativo anche e soprattutto dal punto di vista umano e sociale.
La seconda attività da parte del Coni è stata quella di donare ad una onlus che opera in Africa i letti, fatti di cartone, utilizzati dagli atleti durante i Giochi.

Il CONI può allinearsi all’Obiettivo 1 dell’Agenda 2030, non solo attraverso la promozione e l’organizzazione di eventi sportivi, ma anche fungendo da catalizzatore per iniziative che utilizzano lo sport come mezzo per ridurre la povertà, rafforzare l’inclusione sociale e promuovere uno sviluppo sostenibile.


Con riferimento all’obiettivo di oggi “Sconfiggere la povertà”, abbiamo incontrato Carlo Mornati, ex canottiere medaglia d’argento nel quattro senza ai Giochi Olimpici di Sydney 2000 ed attuale Segretario Generale del CONI.
Alla domanda “che cosa rappresenta per lei la sostenibilità?”, il Segretario Generale ha risposto: “la sostenibilità è il ritorno al concetto di comunità e di conseguenza non è da circoscrivere ad un unico ambito. Solitamente si fa riferimento prevalentemente alla sostenibilità ambientale, tuttavia bisogna tener conto di un profilo etico superiore, il ritorno ad un valore primario dell’essere umano, ovvero, per l’appunto, quello di vivere in comunità, senza che ci siano discrepanze, ma in modo egualitario fra tutti.
Quindi, la sostenibilità si applica ad ogni livello: economico, sociale ed ambientale. La cosa importante è che, in qualsiasi forma la si voglia intendere, deve comunque rappresentare un veicolo per raggiungere questa forma di collegialità nella comunità”.

Addentrandoci sempre di più nell’ambito specifico dell’obiettivo 1 dell’Agenda 2030, Mornati ha aggiunto: “il concetto di povertà è difficile da applicare allo sport. Paradossalmente, tale concetto si può intendere più facendo riferimento alla povertà culturale di alcune società che sono molto avanzate economicamente, ma molto povere culturalmente a livello sportivo. I valori dello sport sono universali. Ad esempio, il fair play non va insegnato perché basta fare una competizione che, essendo regolamentata, implica di già il rispetto di tutte quelle regole insite nella disciplina stessa. Che tu sia il Paese più povero o il più ricco non conta quando gareggi. Tuttavia, se lo sport non viene praticato nelle scuole, vuol dire che lo sport non è riconosciuto come strumento portatore di valori. L’errore di fondo, quindi, è confondere l’evoluzione economica di alcuni paesi con l’evoluzione culturale. Paradossalmente, in tal senso, è molto più avanzato un Paese come l’Uganda o come il Kenya proprio perché i bambini a scuola corrono e fanno sport!”
“Il CONI non ha il dovere di coprire questi scompensi anche se lo ha sempre fatto storicamente “tappando dei buchi”; tuttavia, può fungere da stimolo e promotore e può trasmettere dei messaggi giusti. Ma ciò che serve è una risposta culturale forte. In Italia, il CONI e le federazioni hanno una visione orizzontale, avendo come obiettivo principale quello di andare alle Olimpiadi, ma anche e soprattutto quello di assicurare la massima diffusione delle discipline sportive.
Quindi, il CONI porta avanti una visione molto democratica e molto orizzontale perché tutto il movimento è sostenibile quando tutti riescono a convivere e tutti sono uguali. In tal senso, dunque, la Federazione italiana Badminton è uguale alla federcalcio.
L’idea di fondo è che si pensa che senza gli impianti non ci sia sport. È un errore, non è necessario. Ci sono tanti paesi che praticano sport senza impianti, giocano a calcio scalzi per i campi o addirittura per strada ed è lì che trovi il talento. Al ragazzino africano gli metti le scarpe, a 13 anni gioca in serie A. Al ragazzino italiano gli metti le scarpe, forse inizia la scuola calcio a 13 anni. È questa la differenza.”


10 AGOSTO: OBIETTIVO 2

Casa Italia a Parigi: Ensemble e l’Obiettivo 2 dell’Agenda 2030

Sconfiggere la fame

L’obiettivo 2 dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite mira a sconfiggere la povertà estrema, raggiungere la sicurezza alimentare, migliorare la nutrizione e promuovere un’agricoltura sostenibile.
L’attenzione del Comitato organizzatore dei Giochi Olimpici di Parigi 2024 all’argomento food, è testimoniata anche grazie alla pubblicazione della “Food Vision”, con l’obiettivo di garantire a tutti cibo tracciato, sano e quanto più possibile a Km 0.
All’interno del villaggio Olimpico, agli atleti è stata garantita una mensa che assicura loro la possibilità di mantenere un’alimentazione simile a quella di solito seguita durante il periodo di preparazione alle gare, potendo inoltre spaziare fra le diverse cucine di tutto il mondo.
Tra gli impegni assunti dal Comitato organizzatore per la preparazione e distribuzione dei pasti si è cercato di raddoppiare l’utilizzo di alimenti vegetali, garantendo cibo certificato e selezionato, utilizzando l’80% di prodotti di origine francese, il 25 % che arriva al massimo da 250 chilometri di distanza e il 30 % di prodotti biologici. Oltre a ciò, si è cercato di dimezzare l’impronta climatica media di ogni pasto servito, riducendo la media di chili di CO2 prodotta da 2 ad 1.
Ulteriore obiettivo che si è cercato di perseguire è stato quello di limitare lo spreco alimentare, ponendosi come goal quello di impiegare nuovamente, e non sprecare, il cibo che non viene consumato secondo la logica del zero waste.


Dunque, in che misura lo sport può contribuire alla realizzazione dell’obiettivo 2 dell’Agenda 2030?
Lo sport assume un ruolo significativo nel sostenere questo obiettivo sia direttamente, attraverso il supporto per la nutrizione degli atleti e la promozione di diete equilibrate, in quanto una buona prestazione sportiva richiede un’alimentazione adeguata e bilanciata per il benessere fisico e psichico; sia indirettamente attraverso la sensibilizzazione e l’advocacy su temi legati alla sicurezza alimentare e alla lotta contro la fame, sfruttando le loro piattaforme per sensibilizzare l’opinione pubblica sui temi della fame e della malnutrizione.


L’ambassador di oggi è Andrea Varnier, CEO Fondazione Milano Cortina 2026, al quale abbiamo rivolto delle domande, principalmente su come intende la sostenibilità e come la vive in virtù dell’importante ruolo che ricopre.
“Noi siamo il Comitato Organizzatore dei Giochi di Milano Cortina 2026 e sappiamo di avere una grande responsabilità, ma sappiamo anche quali sono i nostri limiti, in quanto siamo un’organizzazione che nasce per i Giochi e che muore alla fine dei Giochi; per cui il respiro delle nostre azioni è limitato, pur avendo una grande visibilità. Abbiamo un orizzonte temporale ed un perimetro di attività limitati. Ci definiamo un’organizzazione “finish down”. Talvolta, ci sono delle aspettative troppo grandi nei confronti del Comitato Organizzatore; il nostro compito è organizzare i Giochi e farlo in maniera responsabile, lanciando dei messaggi all’interno di un sistema. Il tema della sostenibilità è importantissimo di cui abbiamo il dovere di essere portavoce; questa nostra voce deve poi essere colta dall’intero contesto. Quando parliamo di sostenibilità, lo facciamo a 360 gradi, cominciando origine da quella economico-finanziaria a quella ambientale. Ci siamo dati delle linee guida sulla sostenibilità che abbiamo condiviso con il CIO; ci sono dei principi generali che prendiamo dall’Agenda 2020+5, cui devono seguire delle attività il più possibile concrete e veritiere, soprattutto misurabili, in collaborazione con il CIO stesso, gli enti territoriali ed i nostri partner, i quali si sono sempre dimostrati molto sensibili sul tema”.

In relazione all’obiettivo 2 dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile, ovvero “sconfiggere la fame”, l’Amministratore Delegato si è espresso affermando che : “un tema discusso tantissimo a Parigi 2024 è quello del cibo al villaggio Olimpico. Il punto importante è rappresentato dalla filiera che decidi di portarti dietro. Se diciamo che vogliamo essere sostenibili, scegliamo di ridurre la quantità di proteine animali. Bisogna, però, anche pensare al fabbisogno giornaliero di atleti e staff ed i relativi problemi logistici, nonché di approvvigionamento per garantire il servizio h24. Ai Giochi di Milano Cortina 2026, avremo la fortuna (o “sfortuna”) di avere ben sei villaggi; quindi, i numeri per ciascun villaggio saranno molto più contenuti. Bisogna fare le giuste valutazioni sulla corretta quantità di proteine animali richieste giornalmente e per singolo villaggio e riuscire a quantificare così, in maniera corretta, l’approvvigionamento. Un altro problema che sorge in questi casi è il cibo che avanza e dunque gli sprechi, per cui stiamo lavorando sulla gestione delle rimanenze. In questo senso, il vantaggio di avere sei villaggi ci consente di gestire in modo più agevole quantità minori, con un programma ad hoc per evitare sprechi. Per quanto riguarda la sostenibilità del cibo, bisogna trovare un equilibrio tra sostenibilità economica e controllo della filiera. Abbiamo iniziato da qualche mese le consultazioni di mercato per individuare i nostri fornitori di food e abbiamo attuato una serie di richieste in merito alla materia prima; a tal punto, sarà necessario iniziare a negoziare per cercare di coniugare le nostre aspettative di costo rispetto a quella che è l’aspettativa di qualità complessiva e la narrazione della filiera”.


9 AGOSTO: OBIETTIVO 3

Casa Italia a Parigi: Ensemble e l’Obiettivo 3 dell’Agenda 2030

Salute e benessere

L’Obiettivo 3 dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile esprime, in toto, l’esigenza di assicurare la salute e il benessere per tutti, indipendentemente dall’età .

Tra le sfide che il Comitato organizzatore dei Giochi Olimpici di Parigi 2024 ha dovuto affrontare, rientra sicuramente quella che riguarda la salute ed il benessere, considerando anche che questa è l’edizione successiva ai Giochi Olimpici di Tokyo, che si sono svolti durante la pandemia. Con l’obiettivo primario di accrescere conoscenza e consapevolezza su questi temi, è stato elaborato un vademecum che fornisce alcuni utili suggerimenti ad atleti e addetti ai lavori da osservare prima di lasciare il proprio paese di residenza e successivamente in loco durante i Giochi a tutela della salute personale e pubblica.

Casa Italia a Parigi, ideata per celebrare le imprese degli atleti italiani e per far conoscere le eccellenze del Paese durante i Giochi Olimpici, è un luogo in cui, in un connubio fatto di sport e cultura, si promuove la sensibilizzazione verso tematiche di fondamentale importanza per il futuro del nostro pianeta, in linea con i principi dello sviluppo sostenibile. In particolare, esempi di iniziative intraprese a Casa Italia che forniscono un contributo positivo e concreto in relazione alla salute e al benessere, includono l’igiene alimentare e l’utilizzo in cucina di ingredienti selezionati, locali e stagionali, per ridurre il più possibile lo spreco di alimenti e la produzione di rifiuti, oltre alla scelta di arredi ecocompatibili per minimizzare le emissioni di CO2 e l’impatto sull’ambiente, e l’installazione di erogatori d’acqua per scoraggiare l’utilizzo di plastica monouso e l’inquinamento che ne deriva.


Dunque, in che modo può contribuire lo sport alla realizzazione dell’obiettivo 3 dell’Agenda 2030?

Lo sport, esprimendo un linguaggio universale in grado di essere compreso da chiunque, può fornire un contributo fondamentale per la promozione di stili di vita attivi e la riduzione della sedentarietà, per la sensibilizzazione verso produzione e consumo sostenibili come fondamenta di una vita sana fatta di abitudini corrette, per la diffusione di messaggi educativi circa l’importanza della pratica non occasionale delle attività sportive sin da bambini, tutelando la salute cardiovascolare e prevenire condizioni patologiche. Le iniziative sociali possono rappresentare un potente mezzo di comunicazione per diffondere il più possibile un livello adeguato di educazione sanitaria, con particolare riferimento all’importanza della prevenzione come necessaria attitudine culturale.


In merito al tema, oggi abbiamo incontrato il CEO di Kiko Milano, Simone Dominici. Kiko Milano sarà sponsor dei Giochi Olimpici di Milano-Cortina 2026. Il marchio di cosmetica ed il Comitato organizzatore dei Giochi olimpici e paralimpici invernali hanno siglato la partnership sulla base dei valori comuni condivisi che sostengono lo sport.
In particolare, alla domanda “cosa intende lei per sostenibilità soprattutto a livello aziendale?” il CEO ha risposto: “in termini di sostenibilità il mercato del beauty è regolamentato a livello globale e noi di Kiko, non essendo produttori, abbiamo fornitori a cui chiediamo una certificazione importante dal nome EcoVadis”, che abbraccia l’intero spettro della gestione dei rischi e delle performance di sostenibilità con lo screening e la mappatura dei rischi stessi della catena di fornitura su larga scala, scorecard affidabili con valutazioni attuabili e una gestione completa di audit e miglioramenti. In particolare, mira a migliorare le pratiche ambientali e sociali delle aziende sfruttando l’influenza delle catene logistiche globali”.
Ancora, l’amministratore delegato ha proseguito: “lavoriamo prevalentemente con i fornitori che sono certificati con EcoVadis e pubblicheremo il primo Report di sostenibilità a settembre 2024 con riferimento all’anno precedente. Uno dei programmi di punta si chiama “Kiko Cares” e si dipana fondamentalmente in 2 blocchi: care for the planet e care for the people. Per quanto riguarda il “cares for the planet” abbiamo posto grande attenzione al risparmio energetico ed al risparmio di plastica vergine. Difatti, un’innovazione che abbiamo attuato è stata quella di passare dall’analogico al led nei nostri 1100 negozi, 900 di proprietà e 200 in franchising. Inoltre, nel programma c’è sicuramente un’attenzione sull’utilizzo della plastica; in merito a ciò, abbiamo ridotto, negli ultimi tre anni, 150 tonnellate di plastica con tre manovre principali: il miglioramento dei display dove vengono presentate le collezioni in negozio, riducendo, appunto, le parti in plastica; la sostituzione della plastica vergine con quella da fonte riciclata; l’utilizzo di un packaging adeguato. Tuttavia, la maggior parte delle nostre attività è nel “cares for the people”, in cui il nostro programma di sostenibilità sociale è principalmente rivolto al femminile, avendo al 98% clienti donne e il 94% di dipendenti donne. Quando una donna entra in un punto Kiko è supportata a definire la sua “individualità”, non venendole imposto un look. Questo, in qualche modo, ci ha sempre portato ad avere, dal punto di vista ideologico, una inclusività innata; infatti, il nostro motto storico è “be who you want”, per cui salute e benessere sono al centro del sistema. Non va poi dimenticato il progetto di sostenibilità sociale con il quale aiutiamo le donne in collaborazione con diversi enti no profit (ad esempio, Fondazione Veronesi, Fondazione Rita Levi Montalcini.). Per quanto riguarda le parti interne, abbiamo un welfare pack per le donne. Dunque, prevediamo un supporto alla maternità, un supporto su asili nido, dei voucher di cui si può usufruire liberamente”.
Infine, ha così concluso: “Tornando al tema della sostenibilità ambientale, abbiamo collaborato con il progetto di Plastic Bank (un’impresa sociale a scopo di lucro fondata che costruisce ecosistemi di riciclaggio nelle comunità sottosviluppate, nel tentativo di combattere sia l’inquinamento da plastica negli oceani, sia gli elevati livelli di povertà nei paesi in via di sviluppo), aiutando a raccogliere oltre 5 milioni di bottiglie dalle spiagge. Naturalmente, la strategia è volta a migliorare il nostro impatto ambientale. In quest’ottica, il legame con lo sport è rappresentato dai valori: il talento che deve essere nutrito, il Commitment, la Determinazione, la Passione, la Creatività italiana. Sono convinto che la cultura italiana nel beauty possa trasformare l’ambiguità in armonia.


8 AGOSTO: OBIETTIVO 4

Casa Italia a Parigi: Ensemble e l’Obiettivo 6 dell’Agenda 2030
Istruzione di qualità
L’obiettivo 4 dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite per lo Sviluppo Sostenibile è volto a fornire un’educazione di qualità, equa ed inclusiva, nonché a promuovere opportunità di apprendimento per tutti, senza distinzioni di sesso, razza o religione. In particolare, mira a garantire che tutti i bambini completino gratuitamente ed equamente il ciclo scolastico primario e secondario offrendo loro l’accesso a servizi di sviluppo della prima infanzia e all’educazione prescolastica in maniera dignitosa. Questo obiettivo ha a cuore anche la formazione dei più giovani in un’ottica di accrescimento delle competenze professionali; il goal è ampliare il numero di giovani e di adulti con competenze tecniche e professionali specifiche ed elevate.
Tutto questo però non sarebbe possibile senza strutture sufficientemente adeguate e che garantiscano tali condizioni. Dunque, svolgono un ruolo fondamentale la costruzione e l’adeguamento di strutture scolastiche che possano essere all’altezza, adatte alle esigenze dei bambini e soprattutto accessibili a tutti. Allo stesso modo, è necessario formare umanamente e professionalmente gli insegnanti al fine di garantire docenti qualificati che possano offrire un’istruzione di qualità anche attraverso la cooperazione internazionale per la formazione degli insegnanti nei paesi in via di sviluppo e sottosviluppati. Al riguardo, Casa Italia a Parigi funge da ponte tra l’Italia, per l’appunto, e la Francia, favorendo l’istruzione di qualità e l’apprendimento permanente in linea con l’Obiettivo 4. Ciò è permesso attraverso un impegno mirato ed attività specifiche, contribuendo significativamente a garantire un’educazione inclusiva e qualitativa per tutti, promuovendo i valori della diversità culturale e del dialogo anche intergenerazionale. In tale ottica, Casa Italia ha scelto di investire sui giovani, uomini e donne, proprio perché rappresentano il futuro del nostro paese.


Dunque, in che modo lo sport può contribuire alla realizzazione dell’obiettivo 4 dell’Agenda 2030?

Lo sport può essere uno strumento fondamentale per la realizzazione dell’Obiettivo. In primis, attraverso l’integrazione dello sport nell’educazione, in quanto può offrire molteplici benefici, sia a livello individuale che comunitario. Inoltre, le attività sportive inclusive possono rappresentare uno strumento per ridurre le disuguaglianze e per promuovere il diritto all’istruzione. Oltre a ciò, può migliorare i risultati nell’apprendimento favorendo il rendimento scolastico, le capacità di leadership e le capacità di concentrazione.
Dunque, sport e istruzione vanno di pari passo e sono direttamente correlati ad un’istruzione sempre più di qualità ed inclusiva. Difatti, è un vero e proprio strumento educativo, la cui realizzazione delinea non soltanto la pratica ed il perimetro dello stesso, ma anche le relazioni interpersonali, il senso di responsabilità e del dovere, il rispetto per sé stessi e per gli altri, la cura dei dettagli.


L’ambassador di oggi è Giampiero Pastore, ex schermidore plurimedagliato alle Olimpiadi ed oggi Responsabile dell’Istituto di Medicina e Scienza dello Sport.
Pastore, anche Direttore della Scuola dello Sport, si è così espresso sul tema della sostenibilità: “in generale, per affrontare davvero bene un discorso sul tema devono essere considerate le numerose sfaccettature attraverso cui si articola la sostenibilità, perché tante volte si vive di proclami, in quanto se da una parte spesso si sente dire, ad esempio, che c’è bisogno di investire sulla sostenibilità, dall’altra, talvolta, non si rileva nulla di sostenibile in ciò che si fa. Un esempio lampante è quello delle auto elettriche, su cui stiamo investendo, ma poi come verranno smaltite le batterie? Dunque, andrebbe fatto un discorso a 360 gradi, valutando innanzitutto la fattibilità di un’attività specifica ed il suo grado di sostenibilità; tenendo comunque conto dello stile di vita di una persona”.

Sul tema dell’istruzione di qualità (in questo caso la Formazione Olimpica presso la Scuola dello Sport), sul quale si concentra l’obiettivo in questione, ha poi continuato: “innanzitutto, devo dire di essere onorato di ricoprire il ruolo di Responsabile dell’Istituto di Medicina e Scienza dello Sport, soprattutto poiché storicamente tale ruolo ha contribuito in larga misura alla storia e alla grandezza dello sport italiano. All’interno dell’Istituto è stata inserita la Formazione Olimpica, affinchè menti eccelse possano tramandare ai nuovi tecnici e manager le loro conoscenze e, visto che coloro che ci lavorano sono tutti esperti nel loro settore (i migliori preparatori atletici, fisiologi, ingegneri), questo fa sì che possano trasmettere le loro competenze. Non a caso, il progetto del Presidente del Coni Giovanni Malagò e del Segretario Generale Carlo Mornati  è quello di creare nuove figure professionali sempre più competenti e formate.
Per quanto concerne la formazione degli atleti io – in primis – sono stato dapprima un atleta ed il percorso formativo che personalmente ho fatto mi è servito in toto e mi è utile quotidianamente nel lavoro.
Quello che è certo è che bisogna godersi e valorizzare ogni momento perché la maglia con lo “scudetto olimpico” italiano ha un valore forte. Lo sport, d’altronde, trasmette un valore educativo cruciale, la responsabilità di stare facendo qualcosa per il tuo Paese. Come già detto, il principio chiave è: non dare nulla per scontato”.


7 AGOSTO: OBIETTIVO 5

Casa Italia a Parigi: Ensemble e l’Obiettivo 5 dell’Agenda 2030

Parità di genere

L’obiettivo 5 dell’Agenda 2030 è interamente dedicato al tema della “parità di genere”. Questo obiettivo mira a raggiungere, per l’appunto, l’uguaglianza di genere e l’empowerment di tutte le donne; inoltre, mira ad eliminare tutte le forme di discriminazione e violenza contro le donne, promuovendo la parità di partecipazione nelle aree della vita pubblica e privata inclusi, naturalmente, gli eventi sportivi nazionali ed internazionali.

Non a caso, per la prima volta nella storia, gli atleti che partecipano ai Giochi di Parigi 2024 sono divisi equamente: 5250 uomini e 5250 donne. Non si tratta solo di una parità numerica, ma di una distribuzione equa delle opportunità in tutte le discipline sportive. Mai prima d’ora le atlete hanno avuto la possibilità di competere in un numero così elevato di eventi, ottenendo la stessa visibilità e riconoscimento dei loro colleghi uomini. Le Olimpiadi sono state organizzate all’insegna della parità di genere; difatti, il Comitato Organizzatore di Parigi 2024 ha messo in atto politiche per garantire che le donne siano rappresentate in modo equo nelle posizioni di gestione e organizzazione dei Giochi. Parallelamente, Casa Italia ha abbracciato pienamente questo passo in avanti del Comitato Organizzatore dei Giochi, per quanto concerne l’allestimento, l’organizzazione e l’operatività della stessa, oltre alla parte manageriale. Questo è un passo significativo verso la parità di genere e rappresenta un cambiamento storico per il movimento Olimpico, affinché si arrivi ad un punto in cui queste non siano più da considerare iniziative, ma espressioni di normalità.


Dunque, in che misura lo sport può contribuire alla realizzazione dell’obiettivo 5 dell’Agenda 2030?

Innanzitutto, lo sport è espressione di opportunità ed in questo caso, così come è stato fatto per queste Olimpiadi, sono state date eguali opportunità di partecipazione. Inoltre, lo sport stesso è un veicolo di comunicazione che spesso riesce ad oltrepassare le differenze culturali che, in merito al tema in questione, sono evidenti se prendiamo in considerazione soprattutto determinati paesi. Difatti, in questo caso lo sport può rappresentare un esempio “silente”, ma al contempo rumoroso e determinante nel momento in cui alcuni paesi arretrati a livello culturale, e soprattutto sul tema, potrebbero essere mossi da un senso di responsabilità sociale e di sensibilità. Purtroppo ad oggi le donne risultano essere poco rappresentate a livello dirigenziale all’interno del CIO che, tuttavia, sta cercando di implementare sempre più la presenza di donne in ruoli dirigenziali attraverso azioni concrete, ad esempio l’istituzione di un osservatorio volto a tracciare una panoramica della rappresentatività delle donne.


L’ambassador del giorno è Kelum Perera, ex atleta ed attuale Segretario Generale della Federazione Italiana Cricket (la più ricca al mondo dopo la FIFA), nonché formatore del CIO per quanto riguarda la Dual Career e consigliere nazionale del CONI. Alla domanda che cos’è per te la sostenibilità, il Segretario ha risposto: “per me la sostenibilità non è solo quella ambientale ma soprattutto economica e credo anche che nel momento in cui si crea una sostenibilità economica nelle varie attività che si vanno a fare, c’è proprio la possibilità di creare una sorta di effetto domino sulla sostenibilità sotto tutti i punti di vista. Quindi, nel momento in cui si fa un investimento per creare un impianto ovviamente il primo passaggio è quello della sostenibilità nel tempo che può portare ad avere anche una sostenibilità ambientale, proprio perché sono strettamente connesse. Noi oggi, soprattutto in Italia, abbiamo delle strutture sportive che sono state costruite senza business plan che prevedesse una sostenibilità economica. Questo perché i tempi erano diversi e non c’era lungimiranza negli investimenti. I paesi che non generano tanto quanto altri, soprattutto l’Oriente, iniziano ad avere problemi. Infatti, oggi la situazione è del tutto diversa. Se si vuole costruire un impianto sportivo è necessario avere un business plan adeguato che tenga conto anche dell’eredità che può lasciare quella struttura negli anni.”

Sull’obiettivo odierno, ovvero il 5 dell’Agenda 2030, Perera ha aggiunto: “io ho fatto l’atleta, il tecnico e il dirigente. Ogni ruolo ha una prospettiva delle cose diversa, però ci deve essere un filo conduttore. Purtroppo ci portiamo dietro un problema culturale a livello globale, non solo in Italia. La donna è sempre stata vista come la persona che stava a casa, cresceva i figli mentre il marito lavorava. Ci sono determinate cose che cambiano più facilmente ed altre che fanno più fatica a cambiare. Questo anche perché la società a volte ha paura del cambiamento, visto che tu hai la certezza di quello che hai oggi, ma non sai che cosa può comportare il cambiamento. Personalmente credo che sia più che giusto cercare di arrivare alla parità di genere ed il tema richiede il massimo impegno di tutti. E’ importante anche però non fare un focus sul singolo aspetto quando in realtà il problema è più ampio”. Ed ancora, alla domanda “perché i presidenti federali sono principalmente maschi e non donne?” il Segretario ha risposto: “il mondo sportivo è gestito prevalentemente da maschi, ma non perchè non ci sono donne, anzi ce ne sono anche tante e la percentuale di ragazze che fanno sport aumenta di anno in anno su più sport, mentre prima si concentravano solo su poche discipline (pallavolo, ginnastica e nuoto). Adesso invece la situazione si sta riequilibrando su più sport. Il punto è che serve tempo e impegno. E’ necessario cercare di attuare questo cambiamento che è indispensabile al giorno d’oggi, perchè sono dell’idea che ci sono delle risorse non sfruttate e non ci si può permettere di non sfruttarle. Si tratta di risorse umane che hanno tante capacità e competenze. Noi come Federazione, ad esempio, investiamo nel settore femminile come in quello maschile, cosa che non è scontata”.


6 AGOSTO: OBIETTIVO 6

Casa Italia a Parigi: Ensemble e l’Obiettivo 6 dell’Agenda 2030

Acqua pulita e servizi igienico-sanitari

L’Obiettivo 6 dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite per lo Sviluppo Sostenibile ha ad oggetto la tematica dell’acqua pulita e servizi igienico-sanitari ed esprime, in particolare, l’esigenza di garantire a tutti la disponibilità e la gestione sostenibile dell’acqua e delle strutture igienico-sanitarie.

I Giochi Olimpici di Parigi 2024, come noto fin dal momento della presentazione della candidatura, puntano ad essere i più sostenibili di sempre, attraverso l’utilizzo di energia prodotta da fonti rinnovabili, l’impiego di materiali riciclati e naturali nonché di alimenti di prossimità e di stagione; l’utilizzo di biciclette, auto elettriche e trasporto pubblico per gli spostamenti di atleti e staff, nonché la gestione sostenibile dell’acqua. Con riferimento a quest’ultima, sono state intraprese numerose iniziative: ingenti investimenti per cercare di rendere balneabile la Senna e poterla utilizzare come sede per le gare di triathlon e nuoto di fondo; l’ installazione nei siti di Parigi 2024 di fontanelle con acqua potabile, deposito e riutilizzo di bicchieri ma anche riciclo di bottiglie di plastica.
Tutto questo ha come fine ultimo quello di ridurre l’utilizzo della plastica monouso, trattamento e riciclo delle acque reflue nelle palazzine del villaggio olimpico ed utilizzo di una certa quantità delle stesse per l’irrigazione della vegetazione presente nel villaggio stesso. Inoltre, peculiare sotto questo punto di vista è l’impiego a Marsiglia, dove si tengono le gare di vela, di boe geostazionarie che non necessitano di ancoraggio, con l’obiettivo primario di preservare l’ecosistema marino.

Casa Italia a Parigi rappresenta un esempio di come sport e cultura, insieme, possano promuovere la sensibilizzazione verso tematiche di fondamentale importanza per il futuro del nostro pianeta come la sostenibilità ambientale e l’accesso per tutti ad acqua pulita, in linea con l’esigenza espressa dall’Obiettivo 6 dell’Agenda 2030. In particolare, a Casa Italia sono state messe in atto una serie di iniziative concrete volte a scoraggiare e ridurre l’utilizzo di plastica monouso, tra cui l’installazione di dispenser e boccioni d’acqua ove poter riempire le borracce, l’impiego di bicchieri in vetro o in carta, l’utilizzo in ristoranti e bar di bottiglie d’acqua esclusivamente in vetro, oltre ad evitare l’impiego di posate monouso in plastica.


Dunque, in che modo può contribuire lo sport alla realizzazione dell’obiettivo 6 dell’Agenda 2030?

Lo sport parla un linguaggio universale in grado di raggiungere tutti, può fornire un contributo fondamentale per la sensibilizzazione verso una gestione adeguata dell’acqua e per la diffusione di messaggi educativi circa l’importanza dell’accesso per tutti ad acqua pulita e servizi igienico-sanitari adeguati. In qualità di catalizzatore e acceleratore di cambiamenti culturali e sociali, lo sport, attraverso l’organizzazione di eventi e la realizzazione di impianti che rispettino i più elevati standard di sostenibilità, può promuovere l’affermazione di tecnologie all’avanguardia per un miglioramento della qualità e un uso efficiente dell’acqua anche nei processi produttivi, per la minimizzazione del rilascio in acqua di sostanze chimiche e materiali pericolosi, ma anche per il trattamento, riciclo e riutilizzo delle acque reflue. Inoltre, può essere da esempio nell’intraprendere azioni concrete per la riduzione dell’utilizzo di plastica monouso, con l’obiettivo di educare e migliorare i comportamenti quotidiani di audience, spettatori e addetti ai lavori.


Con riferimento all’Obiettivo 6, acqua pulita e servizi igienico-sanitari, abbiamo intervistato la nuotatrice di fondo Arianna Bridi.
Alla canonica domanda “che cos’è la sostenibilità per te” l’atleta plurimedagliata ai campionati europei e mondiali ha risposto: “per me l’acqua è la base della vita e nel momento in cui si parla di acqua si parla di sostenibilità e mi vengono in mente tantissime cose che sono fatte in maniera sbagliata e tantissime cose che in questo momento storico sono super positive. Credo infatti che l’acqua sia un bene primario, il bene primario che non dovrebbe mancare a nessuno e di questi tempi, è molto difficile arrivare all’acqua per tantissime persone, ma anche nel piccolo è possibile fare tanto. Ad esempio oggi sono andata a correre lungo la Senna e ho trovato tante fontanelle pubbliche di acqua potabile e questa è una cosa che secondo me dovrebbe essere ovunque poiché è diventata una vera e propria necessità. Penso inoltre che tra qualche anno tutti dovrebbero avere l’opportunità e la consapevolezza di poter girare con una borraccia d’acqua per ridurre il consumo di plastica.
Un altro tema importante è l’attenzione sulla produzione di numerose cose, a partire dagli indumenti: una volta ho letto un articolo che diceva che per produrre un paio di jeans devono essere utilizzati circa 7.500 litri d’acqua; ecco anche sotto questo punto di vista, il riciclo degli indumenti e l’attenzione per questo aspetto deve essere aumentata perché non tutte le persone lo sanno, non tutte le persone sono consapevoli di quanto spreco produciamo. Parte fondamentale è l’informazione, più c’è informazione più c’è sapere e quindi consapevolezza.
Importante una volta acquisita la consapevolezza è dare degli strumenti e far capire come comportarsi in maniera corretta. Molte volte le persone pensano di dover fare qualcosa di grande per la sostenibilità, ma è necessario anche un piccolo passo da parte di tutti per poter dare via al cambiamento. Bere dalla borraccia anziché comprare le bottiglie di plastica, fare attenzione ad utilizzare capi d’abbigliamento green, preferire packaging al supermercato green.
Quando si parla di sostenibilità personalmente, essendo una nuotatrice di acque libere, penso subito all’acqua, ma quando si parla di sostenibilità sono tanti gli ambiti in cui tutti potrebbero e dovrebbero contribuire. Molte volte non ce ne rendiamo conto per ignoranza, nel vero senso della parola, credo che l’informazione sia fondamentale”.

Un’altra riflessione importante riguarda il contributo che lo sport può offrire, anche su questo aspetto la Bridi ha le idee molto chiare: “lo sport può aiutare tantissimo con la comunicazione, sensibilizzando le persone. Non a caso, ad esempio, nel nuoto in acque libere sono state già introdotte delle attività a sostegno della sostenibilità ambientale. Viene utilizzato un particolare sistema di rifornimento; durante le gare i nuotatori bevono da bottigliette di plastica in quanto vi è la necessità che queste galleggino poiché gli atleti non possono avere contatti con le barche. La Federazione Italiana Nuoto ha adottato un meccanismo davvero efficiente che è quello di riservare 6 bottigliette per ogni atleta di gara, in modo tale che possano essere recuperate da parte di un sub e rifornite. Queste bottiglie vengono riutilizzate di gara in gara”.


5 AGOSTO: OBIETTIVO 7

Casa Italia a Parigi: Ensemble e l’Obiettivo 7 dell’Agenda 2030
Energia pulita e accessibile

L’Obiettivo 7 dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile è volto ad assicurare l’accesso ad un’energia sostenibile, moderna e a prezzi adeguati per tutti. Casa Italia è il quartier generale e il punto di riferimento della delegazione italiana e dei suoi sostenitori durante i Giochi Olimpici, luogo dove non solo si celebra lo sport italiano ma anche un’opportunità per promuovere valori, cultura e innovazioni del Paese.
L’obiettivo di oggi si concentra su vari aspetti legati all’energia tra cui, in primis, l’accesso universale all’energia garantendo che tutte le persone possano beneficiare di servizi energetici moderni, sicuri e affidabili. Come ormai in molti sanno, un sempre maggiore consumo di energia prodotta da fonti rinnovabili (acqua, sole, vento) avrebbe il beneficio di incrementare significativamente la quota di energia rinnovabile nel mix energetico globale, fattore certamente rilevante quando si parla dell’obiettivo in questione. Non meno importante è il discorso relativo all’efficienza energetica che comporta la riduzione dell’intensità energetica, cioè il consumo di energia per unità di prodotto interno lordo.
In tale ottica, occorre approfondire anche quelle che sono le tecnologie e le infrastrutture energetiche, ovvero cercare di espandere e aggiornare, quanto più possibile, le infrastrutture e le tecnologie per renderle più moderne e sostenibili, promuovendo al contempo la ricerca e l’innovazione nel settore energetico. L’obiettivo comune e finale è sempre quello di minimizzare l’impatto ambientale e garantire la sostenibilità economica dei sistemi energetici.
Ad esempio, a Casa Italia troviamo un sistema di illuminazione in piena sintonia con il goal 7 dell’Agenda 2030 in quanto Flos, fornitore ufficiale di Casa Italia a Parigi 2024, ha progettato e fornito soluzioni di illuminazione creando un perfetto connubio tra sostenibilità e utilizzo di tecnologie avanzate.


Dunque, in che modo lo sport può contribuire alla realizzazione dell’obiettivo 7 dell’Agenda 2030?

Innanzitutto, i programmi e le attività sportive possono supportare iniziative volte a sviluppare sistemi di fornitura di energia e garantire l’accesso all’energia. Ma ancora, la costruzione e la gestione di impianti sportivi possono integrare tecnologie di energia rinnovabile come pannelli solari, turbine eoliche o sistemi di riscaldamento geotermico. Questi impianti possono fungere da esempio su come le strutture possono operare in modo sostenibile, riducendo il consumo di energia non rinnovabile e le emissioni di gas serra. Inoltre, attraverso iniziative e partnership, le organizzazioni sportive possono promuovere l’uso efficiente dell’energia, come ad esempio sponsorizzare campagne per il risparmio energetico o collaborare con aziende che producono attrezzature sportive ad alta efficienza energetica. Infine, assumono un ruolo centrale gli sportivi e le organizzazioni sportive poiché possono usare la loro visibilità per educare e sensibilizzare il pubblico sull’importanza dell’energia pulita e sostenibile. Le campagne di sensibilizzazione possono includere l’educazione sui benefici delle energie rinnovabili e l’importanza di ridurre il consumo energetico.


In relazione all’obiettivo odierno abbiamo intervistato la direttrice artistica di Casa Italia Parigi 2024, Beatrice Bertini, che alla domanda “che cos’è per te la sostenibilità” ha dato delle risposte più che esaustive.
“Ho sempre insistito – le sue parole – da quando ho iniziato a collaborare con il CONI, affinchè venissero esposte delle opere che non siano solamente un arredo, bensì una lingua che può essere intellegibile al mondo perché l’arte è una lingua simbolica che parla ai ragazzi, ai giovani ed anche agli atleti che gareggiano alle olimpiadi. In questo modo si crea una corrispondenza di linguaggio. Io credo che le Olimpiadi e Casa Italia siano una grandissima occasione per il nostro paese, perché è uno dei pochi momenti in cui il nostro paese scommette sui giovani e quindi sul nostro futuro. I giovani non sono qualcosa di astratto, ma qualcosa di concreto perché rappresentano ciò che c’è davanti a noi e che può salvarci la vita. Hanno proprio una capacità di leggere il mondo in maniera diversa, hanno più skills, più talento, più sensibilità. Quindi noi dobbiamo iniziare ad imparare dai ragazzi”.
Parlando poi di energia ha aggiunto che: “non esiste un motore più potente ed ecologico del privilegio di pensare. Le opere d’arte sono dei dispositivi che danno la possibilità di spostare le persone da quello che pensano ordinariamente a quello che pensano straordinariamente. Questo è quello che l’arte fa ed esercita una forza assolutamente ecologica.”


4 AGOSTO: OBIETTIVO 8

Casa Italia a Parigi: Ensemble e l’Obiettivo 8 dell’Agenda 2030
Lavoro dignitoso e crescita economica
L’obiettivo 8 dell’Agenda 2030 abbraccia il tema della sostenibilità prevalentemente da un punto di vista sociale e, ancor più concretamente, umana. Difatti, la dignità è un valore fondamentale per l’esistenza di un individuo; tutelare il lavoro (che è il principio su cui si fonda la nostra Repubblica, fin dal art. 1 della Costituzione) a livello sociale, può comportare sicuramente una crescita economica, beneficiando dunque tutta la collettività. Promuovere condizioni di lavoro dignitose è essenziale; ciò include la lotta contro il lavoro in nero e precario, la promozione della parità di genere sul posto di lavoro e la garanzia di salari equi. Ovviamente, la crescita economica deve essere bilanciata con la sostenibilità ambientale. Ciò può essere attuato con iniziative volte a promuovere l’economia circolare e ridurre l’impatto ambientale delle attività produttive.
A Parigi, durante i Giochi Olimpici, Casa Italia ha abbracciato appieno questa tematica; numerosissime sono le persone che hanno lavorato e preso a cuore questo progetto, da coloro che hanno operato in prima linea e dagli altri che sono stati impegnati “dietro le quinte”. Tuttavia, tutti sono da considerarsi fondamentali, perché tutti sono uniti verso un unico obiettivo, ovvero quello di portare il nome dell’Italia più in alto possibile ed esaltare le magnificenze della nostra nazione, sotto tanti punti di vista: artistico, culinario, manifatturiero, dell’ospitalità e dell’accoglienza.


Dunque, in che modo lo sport può contribuire alla realizzazione dell’obiettivo 8 dell’Agenda 2030?
Innanzitutto, l’industria dello sport può generare un ampio numero di posti di lavoro, non solo per atleti e allenatori, ma anche per professionisti in settori adiacenti come la gestione degli eventi, il marketing, la produzione di attrezzature sportive, la manutenzione degli impianti e i servizi di salute e benessere. Naturalmente, ciò contribuirebbe alla riduzione della disoccupazione e, viceversa, alla promozione di un’occupazione piena e produttiva. D’altronde, gli eventi sportivi, dalle competizioni locali ai grandi eventi internazionali, possono stimolare l’economia locale attraverso il turismo, la vendita di biglietti, la ristorazione e l’alloggio e le città che ospitano questi eventi possono vedere un aumento significativo delle entrate e uno sviluppo delle infrastrutture.
Inoltre, lo sport rappresenta uno strumento potente per l’inclusione sociale, offrendo opportunità a individui provenienti da contesti svantaggiati o marginalizzati; oppure alle persone con disabilità e ad altri gruppi “vulnerabili”, promuovendo una crescita economica, per l’appunto, inclusiva.


L’ambassador che abbiamo incontrato oggi a Casa Italia è Federica Brignone, campionessa di sci alpino, atleta polivalente ai vertici in tutte le discipline.
Alla domanda “che cos’è per te la sostenibilità” , la plurimedagliata olimpica ha risposto “per me la sostenibilità è prima di tutto prendersi cura dell’ambiente in generale. Secondo me ognuno di noi deve impegnarsi nel suo piccolo per far sì che il futuro di tutti noi, ma soprattutto dei più giovani, sia il più possibile sano e sostenibile. In particolare, mi preoccupa molto la situazione degli oceani che è sotto gli occhi di tutti. Stiamo assistendo a qualcosa di incredibile da questo punto di vista ed è bene che ognuno di noi si interessi a un tema così delicato affinché la situazione degli oceani cambi e migliori il prima possibile, poiché oramai è un fatto di interesse generale che ci coinvolge tutti”.
In particolare, sul tema della sostenibilità ambientale, la Brignone si è distinta grazie al progetto “Traiettorie Liquide”, nato nel 2017, che ha l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica nei confronti di temi legati alla salvaguardia dell’ambiente, a partire dallo scioglimento dei ghiacciai fino all’inquinamento dell’acqua in ogni sua forma, sottolineando l’importanza dell’utilizzo di risorse naturali e sostenibili verso la decarbonizzazione dei consumi. Un altro aspetto importante è poi quello dell’educazione, per aiutare cittadini e comunità per assumere maggiore responsabilità ed attenzione alle questioni ambientali ed al buon governo del territorio.
Successivamente, le abbiamo chiesto cosa ne pensa riguardo all’obiettivo di oggi, cioè l’8 dell’Agenda 2030 (lavoro dignitoso e crescita economica), ed ecco la sintesi della sua risposta: “io penso che il fatto di garantire un’occupazione ed un’entrata economica giusta ed adeguata per tutti è qualcosa di veramente importante. Però è chiaro che ci vuole anche l’impegno e la voglia delle persone ad essere occupati e a lavorare. Quindi, per arrivare a questo obiettivo bisogna partire dalle intenzioni, sia da parte della domanda che dell’offerta. Un lavoro di qualità crea valore e se tutti abbiamo voglia di lavorare e fare le cose nel modo giusto ci mettiamo meno tempo per ottenere risultati più alti, migliori condizioni di benessere nonché un’entrata economica migliore e quindi è possibile fornire un contributo concreto allo sviluppo sostenibile. Secondo me tutto parte dalle persone, cioè da come fanno le cose. Per me le persone sono al centro, è importante fare le cose fatte bene, cioè non è quanto lavori ma è come lavori che fa la differenza.”


3 AGOSTO: OBIETTIVO 9

Casa Italia a Parigi: Ensemble e l’Obiettivo 9 dell’Agenda 2030
Imprese, Innovazione e infrastrutture
L’obiettivo 9 dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite è uno dei perni su cui si fonda Casa Italia. Il progetto è racchiuso nell’essenza della Casa, poichè il goal che si pone l’hospitality house italiana è proprio quello di sviluppare infrastrutture di qualità, affidabili e sostenibili, al fine di promuovere lo sviluppo economico ed il benessere umano, con particolare attenzione all’accesso equo per tutti.
Ogni angolo della Casa racchiude in sé un messaggio di sostenibilità e di speranza verso un futuro migliore, dalle opere dei vari artisti che colorano gli spazi interni ed esterni, ai materiali che vengono utilizzati, alla cucina, fino al verde da cui è circondata. D’altronde, proprio la struttura è stata sviluppata all’interno de “Le Pré Catelan”, luogo significativo per l’olimpismo in virtù del legame con il fondatore delle olimpiadi moderne, evitando qualsiasi tipo di impatto ambientale o di costruzioni, sfruttando gli spazi già esistenti.
In particolare, sono stati utilizzati materiali riciclati e riciclabili nella fase di allestimento della magnifica struttura di Casa Italia, proprio per ridurre l’impatto ambientale. Allo stesso modo, troviamo mobili e decorazioni realizzati con materiali eco-compatibili o provenienti da diverse fonti sostenibili. Tante sono poi le iniziative presenti a Casa Italia; un esempio emblematico è la minimizzazione dell’uso della plastica monouso e la promozione di valide alternative sostenibili. Infine, troviamo strutture modulari e temporanee che possono essere smontate e riutilizzate in altri eventi, riducendo così lo spreco di materiali.


Dunque, in che modo lo sport può contribuire alla realizzazione dell’obiettivo 9 dell’Agenda 2030?
Le esigenze di pratica sportiva e l’organizzazione di eventi sportivi costituiscono senz’altro uno stimolo per la diffusione di infrastrutture che possano essere sostenibili e che, altrettanto, tengano conto delle comunità ospitanti. Risulta inevitabilmente connesso a ciò anche il progresso tecnologico che stiamo vivendo durante i nostri giorni, per cui coniugare tecnologia e infrastrutture potrà garantire anche un progresso nella sostenibilità non indifferente.
Qui a Parigi, per i Giochi Olimpici, sono stati utilizzati in gran parte impianti sportivi già esistenti, proprio per sensibilizzare e promuovere questo tema e le nuove venue sono state costruite con una grande attenzione verso la sostenibilità. Ad esempio, il villaggio Olimpico è stato costruito con legno e cemento a basse emissioni, gli arredi sono riciclati e i pavimenti dei campi sportivi, installati senza colla, saranno destinati a club e federazioni dopo l’evento. Inoltre, sono assenti i condizionatori, in quanto sostituiti da un sistema di raffrescamento degli ambienti interni basato su una serie di tubi che scorrono nel pavimento, riempiti con acqua fredda. Tutto questo a evidenziare lo stretto legame, ormai inscindibile, fra il mondo dello sport e quello della sostenibilità e, in questo caso, l’obiettivo 9 dell’Agenda 2030.


L’ambassador che oggi ci è venuto a trovare a Casa Italia è Carlo Molfetta, campione olimpico di taekwando nella categoria +80 kg ai Giochi olimpici di Londra 2012, oggi Direttore generale giochi del Mediterraneo.
Cosa è per te la sostenibilità? – è stata la prima domanda -: “la sostenibilità è un argomento molto importante e molto attuale, per me è un veicolo che utilizzi per vivere meglio e per un futuro migliore, per avere meno sprechi e per avere un utilizzo adeguato delle risorse che hai, ottenendo da queste la massima resa”. Molfetta prosegue ancora collegandosi con l’obiettivo odierno relativo alle infrastrutture: “con il nuovo ruolo di Direttore dei giochi del Mediterraneo sono molto attento al tema delle infrastrutture e alla sostenibilità delle stesse, fino a non molti anni fa si tendeva a costruire strutture enormi che poi però si aveva difficoltà a gestire, con una dispersione di denaro non indifferente; da pochi anni l’idea di rendere tutto sostenibile e auto-sostenibile è molto importante, l’obiettivo deve essere sempre riuscire a costruire una struttura senza un dispendio economico significativo e soprattutto sapere che domani può essere gestita da qualcuno in maniera adeguata”. Infine, ci si è concentrati sui giochi del Mediterraneo di Taranto 2026 e sulle infrastrutture che verranno costruite: “di temporaneo a Taranto non faremo nulla ma stiamo riqualificando tutto quello che abbiamo, le strutture che stiamo andando a creare, come il centro nautico, facciamo in modo siano di ultima generazione con pannelli solari; affinchè sia sostenibile e duratura. Inoltre, stiamo pensando, all’interno dell’organigramma, ad una struttura che aiuti il comitato organizzatore dedicata esclusivamente alla pianificazione, strategia e legacy cercando anche accordi con privati che possano poi gestire la struttura evitando che venga dispersa”.


2 AGOSTO: OBIETTIVO 10

Casa Italia a Parigi 2024: Ensemble e l’Obiettivo 10 dell’Agenda 2030
Ridurre le disuguaglianze

L’obiettivo 10 dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite si focalizza sul tema della riduzione delle disuguaglianze tra le Nazioni.

Entrando a Casa Italia, si percepisce immediatamente l’attenzione dedicata al tema dell’uguaglianza dei popoli, pur nella loro diversità; ogni angolo della Casa mette in risalto e diffonde questo messaggio attraverso il concept Ensemble insito nell’allestimento della galleria d’arte.
Tra le opere più significative presenti a Casa Italia che esaltano il concetto di uguaglianza tra popoli, possiamo citare quella di Julie Polidoro dal titolo “Tutti i Paesi Grandi Uguali” che celebra lo spirito Olimpico annullando le gerarchie fra i diversi Paesi del mondo dovute alle dimensioni territoriali, in una carta geografica in cui le varie Nazioni diventano una moltitudine di forme e colori. Il messaggio è proprio quello: durante i Giochi Olimpici ogni paese è grande e potente allo stesso modo, senza alcuna distinzione politica ed economica. Un’altra opera che rispecchia il concetto espresso dall’Obiettivo è la scultura di Fabio Viale dal titolo “Amore e Psiche”, una reinterpretazione in chiave contemporanea dell’omonima celebre opera di Canova custodita al Louvre, in cui la Venere è raffigurata nera da un tatuaggio integrale, con un chiaro inno all’amore per l’uguaglianza in tutte le sue forme. Si tratta di una vera e propria connessione artistica tra Italia e Francia. Difatti, il leitmotiv di Casa Italia è proprio il concetto di Ensemble, ovvero di fratellanza e unione tra i diversi popoli e le diverse Nazioni, senza alcun tipo di barriera, ostacolo sociale, culturale e politico.
In che modo lo sport può contribuire alla realizzazione dell’obiettivo 10 dell’Agenda 2030?
In tale ottica, lo sport rappresenta uno strumento molto potente per ridurre le disuguaglianze di ogni tipo, promuovendo l’inclusione e la coesione tra diversi gruppi sociali. Per massimizzare l’impatto dello sport nella riduzione delle disuguaglianze, è fondamentale promuovere politiche inclusive, investire in infrastrutture sportive accessibili e sostenere programmi che utilizzino lo sport come strumento educativo e di sviluppo sociale. In questo modo, lo sport può diventare il veicolo di cambiamento positivo e unificante per società più giuste ed egualitarie.
Gli eventi sportivi possono rappresentare piattaforme per l’interazione tra diverse comunità etniche e culturali, favorendo la comprensione e il rispetto reciproco. Quale occasione migliore.


L’ambassador di oggi è Arianna Fontana, ad oggi l’atleta donna italiana più medagliata di sempre con ben 11 medaglie conquistate ai Giochi Olimpici. Le abbiamo dunque chiesto come l’obiettivo di oggi e la lotta contro le disuguaglianze possono interagire con lo sport. “Circa lo sport, non dovrebbe nemmeno essere una questione l’uguaglianza, tutti hanno le stesse opportunità e sulla linea di partenza siamo tutti uguali. Ovviamente, ci sono paesi più fortunati ed altri meno quindi sarebbe bello se il CIO, come penso stia già facendo, promuova progetti dove aiuta atleti meno fortunati a portare avanti la loro passione per poter raggiungere il traguardo delle Olimpiadi. Sono stati fatti sicuramente molti passi avanti, ma l’importante è che si continui su questa giusta direzione. Inoltre, nel mondo dello sport, il fatto che tu appartenga o meno ad una determinata etnia o cultura; una volta che sei in pista, pedana, piscina non conta. Tuttavia, ciò che conta è solo la tua abilità nell’esprimerti nella tua disciplina sportiva”. Un ulteriore tema molto interessante che ha affrontato la Fontana è quello delle disuguaglianze fra i vari tipi di sport: “ad esempio, per giocare a calcio non hai bisogno di particolari strumenti, ti basta un pallone e un campo. Ovviamente ci sono altre discipline in cui è più complicato ed anche i costi sono diversi (es pattinaggio o ciclismo su pista). Certamente la carenza di strutture mette in difficoltà anche l’avvicinamento a sport che necessitano di particolari strutture. Ad esempio, c’è gente del sud che mi scrive <dove posso portare a pattinare i miei figli>, più che dire loro <iniziate col pattinaggio a rotelle> è difficile. Società di pattinaggio ce ne sono solo al nord e sono poche anche lì e penso che questa situazione ci sia anche in tante altre discipline.
La mancanza di impianti chiaramente ti condiziona molto. Guardando la mia esperienza, ho iniziato a pattinare d’inverno su un campo da calcio ghiacciato; pattinavo lì e successivamente la società ha chiuso, quindi ho dovuto scegliere se scendere giù a Milano o salire a Bormio ed infine ho scelto quest’ultima. Sono stata fortunata di aver avuto un’opzione abbastanza vicina, perchè se avessi dovuto fare ogni giorno 3 ore di macchina, il mio futuro sul pattinaggio sul ghiaccio non sarebbe stato sicuramente lo stesso”.


1 AGOSTO: OBIETTIVO 11

Casa Italia a Parigi: Ensemble e l’Obiettivo 11 dell’Agenda 2030

Città e comunità sostenibili

L’Obiettivo 11 dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile prende in considerazione la tematica delle città e delle comunità sostenibili ed esprime, in particolare, l’esigenza di rendere le città e gli insediamenti umani inclusivi, sicuri, duraturi e, per l’appunto, sostenibili.

I Giochi Olimpici di Parigi 2024 stanno innalzando considerevolmente gli standard in merito all’impatto positivo e alla legacy che anche i futuri eventi sportivi, in generale, dovrebbero creare per le persone e le comunità locali, nonché per l’ambiente. In linea con la Raccomandazione 2 “Foster sustainable Olympic Games” dell’Olympic Agenda 2020+5, Parigi 2024 vuole rappresentare un importante cambio di focus nella strategia alla base dell’organizzazione dei Giochi Olimpici: non saranno più le città ospitanti ad adattarsi ai Giochi, bensì saranno i Giochi ad adattarsi alle città ospitanti e alle loro esigenze e caratteristiche economiche, sociali ed ambientali.
Con un’attenzione particolare all’impatto sociale, Parigi 2024 intende ridefinire il significato stesso del concetto di ospitalità. Un evento sportivo internazionale come i Giochi Olimpici deve necessariamente porsi come obiettivi principali, accanto alla creazione di opportunità per l’economia locale, quelli di creare un futuro migliore per le generazioni future e di rendere lo sport accessibile e vantaggioso per tutti, focalizzandosi sull’inclusione di categorie di persone vulnerabili e con disabilità.

Durante l’ideazione, la progettazione e la realizzazione della propria hospitality house, il CONI ha avviato una serie di iniziative che interpretano al meglio il concetto di sostenibilità, di inclusione e della legacy degli spazi interni ed esterni di Casa Italia. Esempi di tali iniziative includono l’efficientamento energetico della struttura, l’installazione di erogatori d’acqua per scoraggiare l’utilizzo di bottiglie in plastica, l’impiego in cucina di ingredienti locali e stagionali, riducendo il più possibile lo spreco di alimenti e la produzione di rifiuti, oltre alla scelta di arredi ecocompatibili. Nello specifico, per l’allestimento della Casa, sono stati scelti oggetti di arredo e design italiano sostenibili, sia per l’utilizzo di processi virtuosi delle aziende manifatturiere, sia in quanto oggetti destinati a durare nel tempo ed essere reimpiegati. Molti elementi di design, inoltre, sono stati progettati per esprimere questa sensibilità ecologica attraverso una forte componente estetica e materiale: arredi in legno, terracotta, lava smaltata, tessuti grezzi, cellulosa e plastica riciclata. Quanto alle opere d’arte, spicca senz’altro, in tema di sostenibilità, l’arazzo “Panorama Italia” realizzato da Giovanni Bonotto, insieme con i maestri tessitori della “Fabbrica Lenta Bonotto”, appositamente per Casa Italia Parigi 2024: l’opera è un connubio fra l’Ensemble (attraverso la raffigurazione della varietà culturale, storica, paesaggistica, gastronomica dell’Italia) ed anche un inno alla sostenibilità, poichè i filati che compongono l’opera sono stati ottenuti dal riciclo di rifiuti plastici.


Dunque, in che modo può contribuire lo sport alla realizzazione dell’obiettivo 11 dell’Agenda 2030?

Lo sport, in qualità di catalizzatore e acceleratore di cambiamenti culturali e sociali, tramite la realizzazione di infrastrutture, strutture e soluzioni sostenibili e accessibili, può fornire un contributo fondamentale alla creazione di città e comunità inclusive, sicure e orientate al benessere di tutti. Inoltre, con la promozione della pratica sportiva a tutti i livelli all’interno di spazi pubblici, lo sport può avere un impatto positivo sulle comunità locali, contribuendo all’integrazione di rifugiati e migranti e alla riduzione di comportamenti antisociali, tramite la creazione di opportunità per tutta la popolazione, in particolar modo nelle aree colpite da povertà, disagio e basso sviluppo sociale. Infine, può contribuire ad un’accelerazione considerevole dello sviluppo sostenibile delle città, alimentando la costruzione di strutture moderne, caratterizzate da un elevato grado di efficienza energetica e da una componente tecnologica avanzata, ed eliminando barriere e ostacoli presenti nell’ambiente, nei trasporti e nelle strutture, che non consentono tutt’oggi alle persone appartenenti a categorie fragili di vivere appieno la propria vita in comunità.


Sul Goal 11, Città e comunità sostenibili abbiamo sentito il punto di vista di Andrew Howe, plurimedagliato di atletica che ha sorpreso tutti conquistando il titolo di vice campione del mondo di salto in lungo ad Osaka nel 2007.
“Sono convinto che lo sport può fare tanto come strumento di sensibilizzazione alla tematica della sostenibilità. Attraverso lo sport le città cambiano e si può incentivare l’uso di spazi pubblici in cui popolazioni diverse e membri della comunità appartenenti a categorie fragili possono interagire e creare relazioni amichevoli. Non dimentichiamoci che lo sport può ridurre i comportamenti antisociali attraverso la diffusione di strutture e opportunità nelle aree più depresse. Credo altresì che lo sport possa migliorare lo sviluppo sostenibile delle città alimentando la costruzione di strutture moderne orientate all’efficienza energetica e alle più avanzate tecnologie che devono consentire una modernizzazione di tutto l’impiantistica sportiva italiana, vero pilastro per la diffusione della pratica sportiva”.


31 LUGLIO: OBIETTIVO 12

Casa Italia a Parigi: Ensemble e l’Obiettivo 12 dell’Agenda 2030
Produzione e consumo responsabile
In occasione dei Giochi Olimpici di Parigi 2024, Casa Italia si distingue non solo come simbolo dell’eccellenza italiana, ma anche come esempio virtuoso di sostenibilità, in linea con l’Obiettivo 12 dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite: “Consumo e produzione responsabili“. Con questa iniziativa che mira a garantire modelli di produzione e consumo sostenibili ,Casa Italia, con le sue innovazioni eco-friendly, dimostra di aver fatto un passo avanti significativo.
Uno degli elementi più innovativi e particolari di Casa Italia è la moquette, il cui materiale di base proviene da plastica riciclata. Questa scelta non solo riduce l’impatto ambientale legato allo smaltimento dei rifiuti plastici, ma minimizza anche l’uso di nuove risorse. Inoltre, la possibilità di stampare la moquette offre un ulteriore vantaggio in termini di personalizzazione, consentendo di adattare l’estetica degli spazi senza compromettere la sostenibilità ed inoltre ne favorisce il riutilizzo successivamente, sempre nell’ottica di un’economia circolare.
Le sedute nella lounge e il bancone cocktail sono realizzati con legno, un materiale naturale e rinnovabile, e rivestiti con carta riciclata. Questa combinazione non solo conferisce un aspetto elegante e naturale agli arredi, ma dimostra anche un impegno concreto nella riduzione dei rifiuti e nella promozione del riciclo.
I tavoli rappresentano un altro elemento in chiave sostenibilità di Casa Italia. Difatti, sono fatti di terracotta, che è un materiale ecologico, derivato dalla terra e facilmente riciclabile. Inoltre, la produzione di oggetti in terracotta richiede meno energia rispetto a molti altri materiali industriali, contribuendo così a ridurre l’impronta di carbonio complessiva dell’allestimento.
Un aspetto spesso trascurato, ma cruciale, della sostenibilità è l’impatto dei trasporti; più nello specifico, nel processo di trasporto dei materiali. Casa Italia ha scelto di utilizzare allestimenti in tessuti, che sono leggeri e, di conseguenza, removibili con più facilità. Questa scelta riduce significativamente le emissioni di CO2 derivanti dal trasporto dei materiali, oltre ad offrire la possibilità di riutilizzare i tessuti in eventi futuri, minimizzando ulteriormente i gli sprechi ed i rifiuti.


Dunque, come può contribuire lo sport alla realizzazione dell’obiettivo 12 dell’Agenda 2030?

Innanzitutto, come per tutti gli altri obiettivi dell’Agenda, anche in questo caso, lo sport è uno strumento di comunicazione e promozione davvero importante, incentivando e sensibilizzando l’interlocutore, qualsiasi esso sia, sul tema della produzione sostenibile che può apparire distante dalle dinamiche giornaliere di ciascuno di noi ma è quanto mai attuale.
La particolarità dell’obiettivo in questione è il legame con i CAM (Criteri Minimi Ambientali), ovvero dei requisiti minimi che ciascun ente organizzatore deve rispettare nell’ambito delle manifestazioni e degli eventi. Tale applicazione è inerente ad ogni processo organizzativo, tra cui, ad esempio, la progettazione eco-compatibile, l’efficienza energetica, il risparmio idrico, la mobilità ed il catering sostenibili, il coinvolgimento della comunità.
La loro applicazione sistematica ed omogenea garantisce così la possibilità di diffondere tecnologie ambientali e prodotti ambientali che possono esercitare un effetto leva sul mercato, fungendo da traino per chi non è in grado di adottare meccanismi virtuosi e buone pratiche per le richieste fatte dalla P.A.


Nella giornata odierna, è intervenuto sul tema Marco Sicari, direttore generale del Golden Gala di Roma. Abbiamo colto l’occasione di poter ascoltare le sue parole in merito a come la Federazione internazionale di atletica si stia organizzando per poter creare degli eventi sempre più sostenibili anche grazie all’adozione di quelli che potrebbero essere chiamati “CAM sportivi”.

Per Sicari, il termine sostenibilità: “ha un significato molto ampio ed è chiaro che in questo caso ci concentriamo fondamentalmente sulla sostenibilità ambientale, che nell’organizzazione del Golden Gala è diventata, di fatto, anche tramite la spinta di World Athletics, uno degli obiettivi principali. La Federazione internazionale, infatti, mira al raggiungimento di una maggiore sostenibilità di tutti gli eventi organizzati sia direttamente (i cosiddetti world series) di atletica e soprattutto nei meeting nel circuito della Diamond League, che si svolge a Roma e che raccoglie i meeting più importanti del mondo”.
“L’obiettivo” – continua Sicari – “ è che nel corso dei 3 anni (termine prefissato dalla Federazione) si inizi a prendere consapevolezza, e quindi noi stiamo iniziando il nostro percorso per rendere maggiormente sostenibile, sul piano ambientale, un grande evento come il nostro. Come? Ci sono tante grandi piccole azioni, fondamentalmente dal momento in cui organizziamo un evento che coinvolge atleti provenienti da tutto il mondo, il primo <> è lo spostamento degli atleti che rappresenta uno degli indici di maggiore impatto; dunque, stiamo tentando di privilegiare gli spostamenti più sostenibili, andando a selezionare coloro che si trovano già in Europa, limitando gli spostamenti di chi si trova in altri continenti.
Cos’altro potrebbe essere fatto, ad esempio? Semplicemente organizzare il nostro meeting di pomeriggio invece che di sera, perchè se tutte le gare si svolgessero con la luce naturale e non artificiale si avrebbe un impatto inferiore, però poi questo andrebbe a scontrarsi con le televisioni, i partner e così via.
Dal mio punto di vista, sicuramente gli eventi hanno un impatto evidente sulla sostenibilità, in ogni sua declinazione, quello che tuttavia è fondamentale è proprio l’esempio che si riesce a dare. Alla domanda se sta cambiando qualcosa in relazione alla consapevolezza del problema, essendo genitore e avendo 3 figli adolescenti, vedo il loro mondo e penso quello che è stato il mio alla loro età e vedo un mondo completamente differente; banalmente dallo smaltimento di rifiuti, se penso a come noi abbiamo trattato i rifiuti per decenni senza porsi minimamente il problema di come questi potessero essere smaltiti, vengono i brividi. Abbiamo, nonostante tanti limiti, la consapevolezza del problema e probabilmente è proprio questo il primo passo per un cambiamento concreto”.


30 LUGLIO: OBIETTIVO 13

Casa Italia a Parigi 2024: Ensemble e l’Obiettivo 13 dell’Agenda 2030
Lotta contro il cambiamento climatico

L’obiettivo 13 dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite si concentra sul tema del cambiamento climatico, promuovendo misure urgenti per combattere gli effetti negativi di tale fenomeno.
In occasione della XXXIII edizione delle Olimpiadi estive che si stanno svolgendo a Parigi, Casa Italia, situata in uno dei parchi più vasti della città, il “Bois de Boulogne”, è il luogo per la celebrazione degli atleti che diventano anche ambasciatori dell’ambiente. “ L’Italia che vince è sostenibile”: così denominata l’iniziativa del CONI e da alcuni degli allievi del Corso di Management Olimpico, in linea con il protocollo d’intesa tra il CONI stesso ed il MASE, che, insieme, doneranno un albero da piantare ad ogni atleta medagliato per poter contribuire al miglioramento del clima e dell’ambiente, con l’obiettivo di creare la prima “foresta olimpica” diffusa in tutta Italia; l’atleta medagliato, inoltre, riceverà la “certificazione” di ambasciatore dello sport.

Le piante e gli alberi fungono da veri e propri serbatoi di carbonio, immagazzinando grandi quantità di anidride carbonica nel breve e nel lungo periodo. Oltre a ciò, migliorano la qualità dell’aria filtrando gli inquinanti e producendo ossigeno, essenziale per la vita. Le aree verdi contribuiscono anche a regolare la temperatura locale, riducendo l’effetto serra nelle aree urbane e fornendo ombra e refrigerio. Promuovere strategie di protezione ambientale è uno strumento chiave per raggiungere l’Obiettivo 13 e garantire un futuro sostenibile per il pianeta e condizioni di salute decisamente migliori. Non a caso, la salute è un diritto fondamentale di ogni individuo; principio, tra l’altro, sancito dall’art. 32 della Costituzione italiana, lo stesso articolo parla di interesse della collettività, e dunque il primo passo verso il miglioramento climatico è quello del singolo individuo.


In che modo può contribuire lo sport nella realizzazione dell’obiettivo 13 dell’Agenda 2030?

Lo sport ha la peculiarità di potersi esprimere in un linguaggio universale che accomuna popoli, culture e pensieri.
Le grandi manifestazioni sportive attirano milioni di spettatori e possono essere usate per diffondere messaggi importanti sulla pericolosità e sugli effetti negativi, già in atto, del cambiamento climatico oltre ad esortare le persone a diventare più sensibili sul tema. Gli organizzatori stessi, anche attraverso messaggi degli atleti e campagne social, possono sfruttare queste occasioni per educare partecipanti e spettatori sull’importanza della sostenibilità e delle azioni contro il cambiamento climatico. Un processo importante è quello di ridurre l’impatto ambientale degli eventi sportivi attraverso l’adozione di pratiche ecologiche nella gestione degli impianti, nell’utilizzo di materiali riciclabili, attraverso la riduzione dei rifiuti, l’uso di materiali ecologici e la riduzione delle emissioni di carbonio attraverso la promozione del trasporto pubblico. Gli atleti e le organizzazioni sportive possono essere modelli di riferimento adottando e promuovendo stili di vita sostenibili. In questo modo, lo sport non solo contribuisce alla lotta contro il cambiamento climatico, ma rafforza anche il messaggio globale di sostenibilità e responsabilità ambientale.
D’altronde, respirare aria pulita determina non solo un incremento della qualità della vita e, di conseguenza, un abbassamento della mortalità a causa di malattie gravi, ma anche un maggior successo per gli atleti negli obiettivi sportivi, in quanto gli allenamenti soprattutto quelli all’aria aperta risulterebbero qualitativamente migliori.


Nella giornata odierna, il nostro ambassador è Nicolò Di Tullio, Young Leader del Comitato Olimpico Internazionale, che si è espresso sul tema:

“La sostenibilità, a mio avviso, è il concetto sul quale dovremmo cercare di ragionare sempre di più. Io la percepisco come un modo di fare le cose e non per forza di fare qualcosa di nuovo, piuttosto l’importanza sta nel come le fai; è soprattutto un metodo. Negli anni ‘60 un gruppo di intellettuali (industriali, professori, ricercatori), seduti intorno a un tavolo, dettero voce alle prime preoccupazioni su come predisporre un futuro migliore in virtù dei primi cambiamenti climatici. Analizzarono, attraverso gli studi del MIT (Massachusetts Institute of Technology), considerando diverse variabili, quale sarebbe potuto essere lo scenario. Già allora definirono come anno di svolta il 2030. Ciò perché, proiettando le variabili principali, quali l’aumento della popolazione, la scarsità delle risorse materiali della terra, lo spazio utilizzato per la coltivazione, l’aspetto economico-finanziario, arrivarono alla conclusione per cui il 2030 sarebbe stato l’anno ultimo per una crescita così impattante. Da allora si decise di cambiare approccio e di cambiare la parola crescita con quella di sviluppo. La differenza si riflette un po’ su quella tra PIL e ISU, in quanto il PIL prende in considerazione il solo aspetto economico senza badare al contesto, mentre potremmo piuttosto attribuire maggior valore all’indice l’ISU (indice di sviluppo umano), che mette in relazione altre variabili oltre a quelle economiche, comprendendo anche il livello culturale e di educazione, oltre a quello relativo alla salute”.

Nicolò ha, inoltre, aggiunto: “L’obiettivo 13, a differenza degli altri, è l’unico che in inglese è definito come “fight against climate change”, proprio ad indicare una vera e propria lotta al cambiamento climatico; tale obiettivo è, insieme a quello sulla pace, la giustizia e le istituzioni solide, il più ambizioso”.
“In relazione al mio progetto “GO TO” – continua – “lo sport può contribuire mettendo in campo tutte quelle risorse che gli atleti, gli allenatori e le organizzazioni sportive hanno e che possono fornire alla conoscenza e alla promozione per poter raggruppare dati da inviare a ricercatori ed esperti, in modo che possano svilupparli per incrementare la conoscenza stessa.
Per esempio, l’altro giorno sono stato a vedere la ginnastica in un palazzetto fantastico perché sormontato dai prati (un po’ come la sede del CIO a Losanna), i quali permettono la riduzione dell’irraggiamento solare e, di conseguenza, del riscaldamento di quella zona specifica, comportando, sensibilmente, anche la riduzione della temperatura locale. Questo è un sistema che permette l’abbassamento dell’emissione di anidride carbonica, perché mantenendo le temperature più basse, le piante riescono a crescere di più.”

Sul come possa contribuire lo sport nella realizzazione dell’obiettivo, Nicolò ha risposto:
“C’è una branca della scienza che studia l’impatto sostenibile dello sport, la sport ecology, la quale si occupa di mettere a relazione gli effetti che lo sport ha sull’ambiente. Un esempio è quello della mobilità sostenibile durante gli eventi sportivi. Viceversa, analizza anche quanto l’ambiente ha un impatto sulle attività sportive. Un esempio, in questo caso, è quello relativo agli atleti del triathlon di queste Olimpiadi, ai quali stamane è stato annunciato che, dopo aver fatto i controlli nella Senna, non potranno gareggiare a causa delle acque ancora troppo inquinate. Perché succede ciò? Perché quando la giornata è molto calda, se la temperatura del fiume aumenta molto, la proliferazione batterica aumenta altrettanto. Il cambiamento climatico implicherebbe dunque che gli atleti non riuscirebbero a gareggiare alla pari, nel senso che ciò andrebbe ad inficiare la cosiddetta giustizia intergenerazionale e transgenerazionale.
Infine, come già accennato, sarebbe opportuno permettere alle comunità e agli sportivi di mettere al servizio dei ricercatori e degli scienziati le loro conoscenze e competenze per far sì che lo sviluppo possa essere concreto e duraturo”.


29 LUGLIO: OBIETTIVO 14

Casa Italia a Parigi: Ensemble e l’Obiettivo 14 dell’Agenda 2030

Vita sott’acqua

Il concetto di “Ensemble“, base solida su cui si regge Casa Italia, ed in linea con l’obiettivo 14 dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, rappresenta un collegamento simbolico tra le persone che vivono la Casa durante i Giochi Olimpici, in cui vi è la condivisione della quotidianità ed il piacere di stare insieme rispettandosi gli uni con gli altri negli spazi comuni, e la vita sott’acqua, in cui flora e fauna marina creano un connubio straordinario non solo dal punto di vista estetico, ma anche e soprattutto per la salvaguardia degli ecosistemi marini.


Dunque, in che modo lo sport può contribuire alla realizzazione dell’obiettivo 14 dell’Agenda 2030?
Lo sport rappresenta un potente strumento per l’educazione e la promozione della tutela degli ecosistemi marini e, al contempo, può promuovere campagne di sensibilizzazione sulla biodiversità. Infatti, assume rilevanza l’organizzazione ecocompatibile di eventi sportivi, compresa la costruzione di impianti e infrastrutture, che può fungere da modello e contenitore di buone pratiche e linee guida per proteggere l’ecosistema marino.
L’acqua costituisce un elemento vitale per la nostra esistenza e, allo stesso modo, determina la sopravvivenza di molti sport che sono protagonisti delle Olimpiadi stesse: nuoto, canoa, canottaggio, rafting, surf, vela, triathlon ed altri. Si tratta di discipline molto diverse fra loro, che tuttavia condividono lo stesso interesse affinché l’acqua, e la vita sotto la stessa, siano salvaguardate consapevolmente. Tutto questo costituisce interesse di atleti e appassionati, in quanto una scarsa conservazione e protezione dell’acqua comprometterebbe l’esistenza di sport come quelli citati che fanno della stessa il loro elemento vitale.


L’ambassador di oggi, per l’obiettivo 14, è Antonio Rossi, ex canoista italiano, campione olimpico e mondiale nel kayak velocità, il quale si è così espresso sul tema:
“Il concetto di sostenibilità ha avuto, di certo, una variazione nel tempo in tema di sensibilizzazione e di consapevolezza. E’ chiaro che i tempi sono profondamente cambiati; ad esempio, quando mi allenavo sul lago di Como, l’acqua addirittura era potabile e potevo tranquillamente bere o sciacquare la bocca, cosa che oggi sarebbe assolutamente impensabile. L’ambiente in cui un atleta si allena è fondamentale non solo ai fini del raggiungimento del proprio obiettivo, ma anche per rendere un po’ più piacevole la fatica degli allenamenti ed i sacrifici di ogni giorno”.
Ha, infine, concluso così: “Sul tema della sostenibilità, la Federazione Italiana Canoa Kayak ha creato un bellissimo progetto volto al recupero della plastica nelle acque, con la quale vengono poi costruite le canoe ed i kayak per le società sportive che verranno utilizzate dai più piccoli che per le prime volte approcciano questo sport. Gli atleti sono anche i primi che inevitabilmente si accorgono degli enormi cambiamenti che l’ambiente marino sta subendo negli ultimi tempi, d’altronde è necessario tutelare l’ambiente sia come luogo di allenamento che come luogo in cui ciascuno realizza il proprio benessere”.


28 LUGLIO: OBIETTIVO 15

Casa Italia a Parigi: Ensemble e l’Obiettivo 15 dell’Agenda 2030
Vita sulla Terra

Casa Italia è un esempio di come la cultura e lo sport possano unirsi per promuovere la consapevolezza ambientale e supportare la conservazione delle risorse naturali, in linea con l’Obiettivo 15 dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, il quale si sofferma sul tema della vita sulla terra, promuovendo la gestione sostenibile degli ecosistemi terrestri, la lotta alla desertificazione, l’arresto e l’inversione del degrado del suolo e la perdita di biodiversità.

Il concetto di “Ensemble“, proprio di Casa Italia, si estende a una collaborazione più ampia tra diverse discipline e settori, incoraggiando pratiche che proteggono e ripristinano l’ambiente naturale.
Durante le Olimpiadi, Casa Italia rappresenta non solo un luogo di celebrazione per gli atleti italiani medagliati, ma anche una piattaforma attraverso la quale sensibilizzare l’opinione pubblica circa l’importanza della sostenibilità ambientale.

Promuovendo pratiche sostenibili e un approccio consapevole alla gestione delle risorse, evitando il più possibile lo spreco delle stesse, Casa Italia dimostra che l’unione di idee e azioni può contribuire a un futuro in cui la vita sulla terra possa essere non solo protetta, ma anche e soprattutto valorizzata.

Sono diverse le iniziative proposte dal CONI nella realizzazione di Casa Italia che tengono in considerazione la gestione sostenibile della stessa, con il fine di realizzare, durante e al termine del periodo dei Giochi, le linee guida per la gestione sostenibile degli eventi sportivi a livello globale.
A tal proposito, un esempio concreto è quello in prospettiva di Milano Cortina 2026, dove saranno presenti due chef di Cortina che esalteranno i sapori tipici della regione per iniziare a entrare nel vivo delle prossime Olimpiadi tutte italiane; la cucina proposta riflette un impegno verso la sostenibilità e la biodiversità, utilizzando ingredienti locali e stagionali che rispettano gli ecosistemi naturali.


Dunque, in che modo lo sport può contribuire alla realizzazione dell’obiettivo 15 dell’Agenda 2030?

Innanzitutto, tantissimi sport, come per esempio, tra tutti, il ciclismo, l’arrampicata, lo sci non solo permettono alle persone di godere delle bellezze naturali, ma incoraggiano soprattutto una maggiore consapevolezza ambientale. La pratica di questi sport (fin dalla tenera età) può stimolare il rispetto e la salvaguardia degli habitat naturali, sensibilizzando sull’importanza di preservare le risorse e gli ecosistemi terrestri. Inoltre, gli eventi sportivi sostenibili promuovono l’adozione di pratiche eco-compatibili, riducendo l’impatto ambientale attraverso l’uso di materiali riciclabili e la gestione responsabile dei rifiuti.
Infine, lo sport rappresenta un potente mezzo di comunicazione, attraverso cui promuovere campagne di sensibilizzazione sulla biodiversità, attivando dunque il senso di responsabilità individuale e collettiva.

Lo sport è più di un valore aggiunto nelle nostre vite, la sostenibilità è un valore aggiunto nello sport.


27 LUGLIO: OBIETTIVO 16

Casa Italia a Parigi: Ensemble e l’Obiettivo 16 dell’Agenda 2030
Pace, Giustizia e Istituzioni Solide

Ensemble è in perfetta sintonia con l’Obiettivo 16 dell’Agenda 2030, che si impegna a promuovere società pacifiche e più inclusive, ridurre ogni forma di violenza e di sopruso, rafforzando le istituzioni nazionali ed innescando un processo di sensibilizzazione nel rispetto delle leggi e nell’osservare una buona condotta; ciò al fine di raggiungere una condizione sociale ed economica di pace e di uguaglianza.
Questi principi si affermarono sin dai tempi dei Greci, cultori della democrazia e padri dei giochi olimpici. Essi credevano che le virtù ed i valori del singolo potessero accrescere quelli della collettività, così da creare uguaglianza e pace all’interno della comunità. D’altronde, un esempio importante è quello della ekecheiria, la cosiddetta “tregua degli dei”, oggi divenuta “tregua olimpica”; ai tempi consisteva nel sospendere ogni tipo di guerra e di ostilità per permettere agli atleti e agli spettatori di prendere parte in totale serenità e pace ai giochi Olimpici.
Tra le numerose opere che adornano Casa Italia, “Tutti i paesi grandi uguali” di Julie Polidoro incarna l’essenza del desiderio di raggiungere in concreto l’uguaglianza e la pace. L’opera, infatti, raffigura in dimensioni uguali ogni paese del mondo proprio perché alle Olimpiadi tutti hanno gli stessi diritti senza alcuna distinzione politica, territoriale ed economica.


Dunque, in relazione a tale obiettivo, in che modo può contribuire lo sport?
Innanzitutto, lo sport può rappresentare un veicolo per promuovere l’unità e l’identità nazionale in modo pacifico e soprattutto nel rispetto degli altri. Gli ideali sportivi sono una guida per accrescere il senso di responsabilità verso sé stessi e verso gli altri (tra cui anche e soprattutto l’ambiente che ci circonda). D’altronde, così come avveniva nell’Antica Grecia, la disciplina, le regole, il gioco di squadra sono aspetti fondamentali per la crescita culturale dell’individuo e, conseguentemente, della società.


Oggi, come principale ambasciatore, è intervenuto a Casa Italia il Sottosegretario di Stato Claudio Barbaro:
“Per questa partnership abbiamo trovato un interlocutore attento, quale il CONI; siamo riusciti a pianificare un percorso con il CONI che precede e seguirà le Olimpiadi ed accompagnerà qualsiasi evento sportivo”.
Ed inoltre: “La nostra presenza a Casa Italia fa riferimento alla principale vetrina, che sono le Olimpiadi, con la possibilità, attraverso Casa Italia, di diffondere il messaggio ambientale sottoscritto col CONI, ma anche di approfittare delle medaglie che gli atleti azzurri conquisteranno. Ciò perché, ad ogni atleta medagliato, andremo a consegnare un diploma di ambasciatore dell’ambiente e permetteremo di poter piantare un albero nel proprio paese di residenza, sperando che tale albero possa diventare il primo di una lunga serie per far nascere un bosco ambientale dedicato allo sport”.


Nella giornata odierna, Casa Italia ha rappresentato un importante hub dove si è svolto un incontro fra gli Young Leaders del CIO e gli allievi del Corso di Alta Formazione di Management Olimpico del CONI. Nello spirito dell’Ensemble, si sono condivisi i progetti di sostenibilità su Casa Italia attuati ed altrettanto i progetti degli Young Leaders, in particolare:
Sara Moamen Abdelsamie
Egypt
Alhalimun

Alhalimun (The Dreamers) Project is a social enterprise dedicated to supporting refugee children aged 8 to 12. Our aim is to assist these young individuals in overcoming the challenges they have faced in their home countries. Our initiatives align with the United Nations Sustainable Development Goals (SDGs), specifically Goals 3 (Good Health and Well-Being), 16 (Peace, Justice, and Strong Institutions), and 17 (Partnerships for the Goals). It supported by the IOC Young Leaders, Panasonic, Olympism 365 and in partnership with Leipzig University and the World Flying disc Federation.

Nicolò Di Tullio
Italy
GotTo
We provide athletes, sport organizations and sport events a community to support scientific progress in the environmental field and to consciously enjoy the outdoors.

Berber Swart
Netherland
Mind power
Mind Power is an organization that finds it important that everyone experiences life in a positive way. The goal is to create a positive mind through sports. Mental Illness is on the rise and positive change is needed. At Mind Power, the emphasis is not on resolving psychological problems, but the goal is to increase well-being and happiness in life, and Mind Power will create inspiring programs for people to develop their own positive (sports) identity.

Karen Ariza Carranza
Tribuna Krizol
A platform to document and promote changemaking in sports and peacebuilding in Colombia through ‘The Krizol method’ and storytelling to connect communities and inspire change. We identify sports changemakers in Colombian to create recognition of actors and support their initiatives. We adopt peace journalism to prevent violence and promote peaceful conflict resolution in sports. We create gender and social inclusion strategies to promote tolerance and combat discrimination in sports.

Shereif Kholeif
Great Britain
Ryze Strength & Conditioning
Ryze strength and conditioning (s&c) aims to integrate strength and conditioning with sports medicine injury prevention to provide accessible s&c to developing athletes at an affordable price point. The business revenue aims to support the Rising Stars Charity, a charity which uses the power of sport (through basketball) to support underserved youth in communities around Scotland.


26 LUGLIO: OBIETTIVO 17

Casa Italia a Parigi 2024: Ensemble e l’Obiettivo 17 dell’Agenda 2030
Il protocollo d’intesa per promuovere la sostenibilità nello sport tra il MASE (Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica) ed il CONI (Comitato Olimpico Nazionale Italiano) ed il relativo accordo attuativo daranno vita ad una serie di progetti e attività per avviare concretamente, grazie allo sport, un processo di sensibilizzazione e di educazione su un tema ormai centrale, la sostenibilità in tutte le sue sfaccettature : ambientale, sociale ed economica. Proprio per questo, tra le varie iniziative assume centralità l’aver connesso ad ogni giorno di gara uno dei 17 obiettivi dell’ Agenda 2030 delle Nazioni Unite per lo sviluppo sostenibile.

17 giorni di gara per 17 obiettivi di sviluppo sostenibile

A Parigi, Casa Italia ha abbracciato il concetto di “Ensemble”, un tema che riflette l’idea di collaborazione, fratellanza e unione.
Ensemble è in perfetta sintonia con l’Obiettivo 17 dell’Agenda 2030, che si impegna a rafforzare le partnership globali per lo sviluppo sostenibile, promuovendo la cooperazione tra governi, settore privato e società civile per affrontare le sfide globali.
Casa Italia a Parigi 2024, creata per celebrare gli atleti e promuovere la cultura italiana durante le Olimpiadi, incarna questo spirito di collaborazione.
Sotto la guida di chef di fama come Davide Oldani, Graziano Prest, Frederic Anton, e Fabio Pompanin, la cucina diventa un simbolo di coesione, rappresentando un crogiolo di diverse tradizioni regionali italiane unite in un’unica esperienza gastronomica.
Questo approccio non si limita solo alla gastronomia, ma si estende anche alla promozione di valori condivisi come la sostenibilità, l’innovazione e l’inclusione sociale attraverso le opere che sono state installate all’interno della Casa, come l’arazzo “Panorama Italia” di Bonotto realizzato con bottiglie e fibre di plastica riciclata, l’opera “Serendipity” di Paolo delle Monache raffigurante la diversità e l’unione italiana, il quadro di Julie Polidoro “Tutti i paesi grandi uguali” che celebra lo spirito olimpico annullando le gerarchie tra paesi del mondo dovute alle dimensioni territoriali.
Casa Italia a Parigi diventa così un esempio concreto di come il concetto di “Ensemble” possa contribuire al raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile, dimostrando che la collaborazione e le partnership sono essenziali per costruire un futuro più sostenibile e inclusivo per tutti.


Dunque, in che modo può contribuire lo sport?

Lo sport può creare una sinergia, può accorciare le distanze tra le persone e al contempo può mantenerle tali, rendendole pacifiche e costruttive. E’ un ponte di collegamento tra professioni diverse, tra personalità differenti, tra ideologie distinte. Lo sport può costruire e rafforzare reti e partnership volgendo sempre uno sguardo al futuro per uno sviluppo sostenibile, in ogni sua
sfumatura, tenendo comunque conto che il passato ed il presente sono punti di partenza fondamentali per creare una legacy significativa e duratura.


Il testimonial di oggi è Davide Oldani, rinomato chef italiano di fama internazionale; conosciuto come il fondatore della cucina pop, è lo chef del ristorante D’O a Cornaredo, in provincia di Milano.

Secondo lo chef Oldani il concetto di sostenibilità è ben espresso dai francesi, che la definiscono durabilité, ovvero della capacità di essere duraturo, e dunque di essere sostenibile e soprattutto “futuribile”.
“La capacità di essere sostenibili si esprime soprattutto nel momento in cui vengono valorizzati i prodotti del territorio, evitando di produrre scarti”.
E ancora Oldani: “fondamentale è questo abbinamento tra CONI e Ministero dell’ambiente per il futuro dei nostri figli e per sentirci un domani più vicini alla terra, una terra che si rispetti di più. Proprio per questo è significativo il diploma che verrà dato agli atleti, con cui avranno la possibilità di piantare un albero nel loro paese d’origine. Questo protocollo tra CONI e MASE è un cerchio che si chiude nel rispetto proprio dell’ensemble”.