Patrick Tuttofuoco (Milano, 1974) tesse un dialogo tra gli individui e la loro capacità di trasformare l’ambiente in cui vivono, esplorando nozioni di comunità e integrazione sociale per combinare il bacino sensoriale immediato con il potere di innescare risposte teoriche profonde. Patrick Tuttofuoco fonde Modernismo e Pop, spingendo la figurazione verso l’astrazione e utilizzando l’uomo come unità di misura della realtà. Tecniche come la scultura e l’installazione sono centrali nei suoi progetti. Tra le principali istituzioni che hanno ospitato il suo lavoro Palazzo de’ Toschi a Bologna MAN di Nuoro, OGR di Torino, Hangar Bicocca di Milano, Istituto Italiano di Cultura di Madrid, Fondazione Sandretto Re Rebaudengo di Torino, Peres Project di Berlino. È alla sua seconda partecipazione al progetto di Casa Italia.

Nelle due stampe su acciaio lucidato a specchio, l’artista Patrick Tuttofuoco costruisce, attraverso la rappresentazione delle sue braccia e quelle dei figli e della moglie, forme circolari: le mani si uniscono e mettendo in scena l’idea della ciclicità del tempo, come a voler dire che l’uomo attraverso la sua esistenza diventa il tempo stesso. L’opera è occasione per insistere sul tema dell’intreccio, in questo caso quello delle mani che si annodano fra loro per diventare simbolo universale di fratellanza.