Julie Polidoro (Roma, 1970) ha sviluppato una pratica artistica che combina pittura, disegno, collage, lavori con il feltro e sculture piegate. Le sue opere mirano a comunicare l’assenza di confini geografici precisi, enfatizzando porosità, apertura e attenzione per il mutamento. Julie Polidoro ha esposto in Europa, America e Asia. Tra le mostre personali recenti: Today is tomorrow’s yesterday al Dicastero del Vaticano a Roma, Social distance al Palazzo delle Esposizioni a Roma, L’aria che respiro non ha confini alla Galerie Valérie Delaunay di Parigi, Da dove vengo alla Galleria Patricia Ready di Santiago del Cile.

L’opera celebra lo spirito Olimpico annullando le gerarchie fra Paesi del mondo dovute alle dimensioni territoriali in una carta geografica in cui le varie nazioni diventano una moltitudine di forme e colori. Lo sguardo del visitatore, smarrito nel non trovare le nazioni al proprio posto e nella propria scala, è stimolato a rivedere la geografia con occhi diversi.

L’opera appartiene ad una serie di dipinti che Julie Polidoro realizza mettendo in collegamento i cataclismi naturali con le migrazioni dei popoli. Il paesaggio descritto, con il pigmento vivo che caratterizza la pratica dell’artista, appare pieno di fascino anche se in realtà si tratta di una terribile tempesta di sabbia tratta da un’immagine pubblicata da un giornale on line.