VINCENZO AGNETTI

Vincenzo Agnetti (Milano, 1926-1981) ha sviluppato una pratica artistica che combina pittura, critica e teoria. Negli anni ’60 si allontana temporaneamente dall’Occidente per recarsi in Sud America, Artico e Medio Oriente, questi viaggi coincidono con l’abbandonato della pittura a favore di un’arte concettuale e radicale, che lui stesso definisce “arte-no” in cui l’artista fa coincidere l’arte con l’assenza. Vincenzo Agnetti ha esposto in contesti prestigiosi come il Palazzo dei Diamanti di Ferrara e il Museo d’Israele a Gerusalemme. Le sue opere sono presenti in primarie istituzioni come il Museo del Novecento di Milano, il Museo Madre di Napoli e il Mart di Rovereto. Scomparso prematuramente il suo messaggio artistico, capace di interrogare vari ambiti del sapere, ha fortemente influenzato le generazioni future e l’approccio italiano al linguaggio dell’arte.

TRA ME E TE L’INFINITO INESISTENTE

L’opera affida al pensiero di chi guarda lo sviluppo e il senso di quanto egli ha scritto e immaginato. La struttura rigorosa del dipinto entra in dialogo con il carattere vago e inafferrabile del senso che può essere colto solo attraverso la complicità dello sguardo che la interroga.

Ritratto (Tra me e te l’infinito inesistente), 1971
Feltro colorato di bianco con scritte incise a fuoco colorate di grigio
120 × 80 cm
Casa Italia Parigi 2024 Ensemble
Courtesy Tornabuoni Art
Ph Pietro Savorelli per CONI ©